Inexperienced Desert, Higher Atmosphere è il filo rosso di Expo Doha 2023, la rassegna universale specialistica dedicata all’orticultura che, fino al 28 marzo prossimo, rappresenterà la vetrina internazionale delle soluzioni sostenibili nel rapporto uomo-natura come il fuori suolo, tecnica di coltivazione in assenza di terreno di cui ricorda il presidente di Macfrut, Renzo Piraccini «l’Italia è chief».

Quella della produttività in zone sempre meno vocate è una sfida che riguarda tutti, stretti come siamo tra la morsa del local weather change e la necessità di arginare il fenomeno dell’insicurezza alimentare, che affligge 258 milioni di abitanti in 58 Paesi: non è un caso che Macfrut abbia scelto l’Expo che si sta svolgendo in Qatar per presentare, il giorno dell’inaugurazione del Padiglione Italia, la 41esima edizione della kermesse che si terrà al Rimini Expo Centre dall’8 al 10 maggio prossimi.
«Nel panorama delle fiere mondiali dell’ortofrutta – ricorda Piraccini – Macfrut si sta caratterizzando per una distintività ancora più marcata nell’edizione 2024, nel segno dell’innovazione e dell’internazionalizzazione».

La Penisola Arabica, prossima protagonista del focus internazionale a Rimini, rappresenta un’space strategica per l’ortofrutta italiana, (e nonostante gli ultimi tragici avvenimenti in Israele dovrebbe restare story). Le esportazioni sono salite da 68mila tonnellate del 2020, a 97mila tonnellate dello scorso anno (+42,6%). Il giro d’affari corrispondente è passato da 73 milioni di euro a 113 milioni (+54,7%), secondo Cso Italy. Il pattern è confermato dal presidente di Ice Agenzia, Matteo Zoppas, il quale ha rilevato una crescita del +36% (51,2 milioni di euro) nel primo semestre 2023.

I principali importatori dei prodotti tricolore sono Arabia Saudita, con circa 77 milioni di euro di merce nel 2022, Emirati Arabi Uniti (29,6 milioni), Israele (25, 6 milioni). Seguono Giordania, Qatar, Kuwait, Oman.

Kiwi, uva da tavola e soprattutto mele, i prodotti di maggior successo, anche se continua a pesare l’eterna questione degli accordi bilaterali, come ricorda Domenico Sacchetto, presidente Consorzio Igp Cuneo, primo in Italia a esportare qui le rosse Rivoira. «Due anni fa – racconta – la Giordania ha aperto il mercato alle mele, ma l’Italia sconta l’obbligo di lasciare il prodotto 90 giorni in cella prima di esportarlo, il che concede un evidente vantaggio competitivo ai nostri competitor».

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