Il mercato del caffè in Italia attraversa un periodo di trasformazione e cambiamento. Con una lunga tradizione nell’espresso di alta qualità, gli italiani stanno scoprendo nuovi modi di consumare caffè e diventano più sofisticati, grazie all’introduzione di nuove tecniche, una maggiore attenzione alle materie prime e all’aspetto sostenibile ed etico. L’Italia ha sempre rivestito un ruolo primario nel caffè: si stima che al mondo sia il settimo paese a livelli di consumi, con 5,2 milioni di sacchi annui, 95 milioni di tazzine di caffè, ovvero 1,6 in media per italiano, per un settore che dà lavoro a 12.089 persone. I 49 maggiori participant italiani fatturano complessivamente 5,8 miliardi di euro ed esportano il 55,5% delle vendite (Space Studi Mediobanca 2023).

Nonostante la radicata consuetudine del caffè al bar, il consumo domestico arriva all’82% in Italia. Infatti, la distribuzione moderna italiana canalizza oltre la metà dei volumi di caffè torrefatto venduti, con un ulteriore 20,6% nel dettaglio tradizionale, dai negozi specializzati e dall’ecommerce. Il restante si ripartisce tra distributori automatici, workplace espresso service e soprattutto horeca (alberghi, ristoranti, caffetterie e catering), dove però in un anno il prezzo medio della tazzina è aumentato del 4,8%, secondo il rapporto annuale della Fipe, l’associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio. «Purtroppo gli aumenti hanno interessato tutte le merceologie, non solo il caffè – commenta Michele Monzini, presidente Consorzio Promozione del Caffè – Gli italiani comunque non rinunciano al bar: anche nei primi mesi del 2023 vediamo un ritorno al fuoricasa, anche se i livelli non sono ancora quelli del 2019. La contrazione dei consumi in questo canale è dovuta principalmente allo strutturarsi dello good working». E casa gli italiani riservano una vera passione per capsule e cialde, che continuano a guadagnare terreno rispetto al caffè in grani (+18,8% tra il 2020 e il 2021). Tanto che ormai tutti i produttori stanno segmentando l’offerta anche in questo ambito.

Caffè Borbone, per esempio, accanto alla proposta classica di cialde ha appena lanciato una versione “gentle” del suo gusto iconico con il 50% di caffeina in meno rispetto alla miscela Nobile. L’incarto è riciclabile e la cialda compostabile. Attenzione alla sostenibilità anche per Caffè Motta che ha presentato le sue cialde compostabili, disponibili nella doppia versione Espresso Bar ed Espresso Cremoso, racchiuse in un involucro esterno in plastica riciclabile al 100%. Ma le cialde prendono piede anche nelle caffetterie, soprattutto per quanto riguarda i caffè speciali e aromatizzati. NatFood nel publish Covid le ha inserite nel portfolio prodotti in 4 varianti, accompagnate da attrezzatura professionale pensata per quegli esercizi che vogliono offrire un servizio di caffetteria anche senza personale specializzato.

Negli ultimi anni è cresciuta anche la domanda di caffè biologico e equosolidale che ha spinto l’industria a sensibilizzarsi sul tema della sostenibilità e dell’etica. Lavazza a questo proposito ha recentemente lanciato nel canale del fuoricasa la miscela “La Reserva de ¡Tierra! Cuba” con cui raccontare la propria storia di sostenibilità frutto della collaborazione a lungo termine tra la Fondazione e il ministro dell’Agricoltura di Cuba. «È il primo prodotto Lavazza tracciato dalla tecnologia della blockchain, grazie alla quale i consumatori potranno seguire il viaggio del caffè da Cuba fino alla loro tazzina», ha specificato Igor Nuzzi, area director Italia & Svizzera Lavazza. Nespresso, invece, ha puntato su Galapagos e Nepal Lamjung per rilanciare la sua linea Unique Choice: «Negli ultimi anni il mondo del caffè fuoricasa si è trovato a riparametrare il consumo dalla colazione verso tutti i momenti della giornata fuori casa e legati al cambio degli stili di vita sempre più ibridi. A oggi Nespresso è presente in oltre 2mila locali, tra resort, caffè e ristoranti d’Italia» ha spiegato Dario Sacco, direttore commerciale b2b di Nespresso Italiana.

«Come occasione di consumo la colazione resta sempre il momento più importante – interviene Monzini – ma è vero che negli ultimi anni è quella più penalizzata nel fuoricasa». La colazione è l’occasione di consumo più penalizzata nel fuoricasa, mentre si assiste a un aumento delle bevande a base caffè nel corso della giornata. Così molti si sono preparati a presidiare il canale “coffeetail” (unione di caffè e cocktail) come Lavazza. O a diversificarsi negli specialty espresso – ossia un caffè pulito, fresco e senza difetti primari da gustare lungo tutta la giornata – come Ekaf (model Cellini) che, partendo da miscele e origini particolari, ha creato dei nuovi mix grazie a un staff specializzato di professionisti. «Abbiamo al nostro interno – spiega Giorgio Boggero, amministratore delegato – due determine specializzate certificates Q Grader, che valutano il caffè utilizzando dei protocolli e delle process Sca-Specialty Espresso Affiliation, lavorando costantemente alla creazione di nuovi prodotti». Ne sono nate due referenze: “Esploratore” (una miscela 100% Arabica Specialty dei caffè provenienti da Etiopia, Colombia, Guatemala e Brasile) e “Rivoluzionario” (realizzata con caffè proveniente dal Messico, Arabica Specialty e High-quality Robusta). Nescafè, invece, è da poco entrata nel mercato del “freddo” con Ice Roast, nuovo prodotto creato per attrarre nuovi clienti, soprattutto della GenZ. Lanciato dalla casa madre Nestlé questo mese in Cina, in seguito sarà commercializzato anche in Messico per poi espanderlo in tutti i mercati.

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