Cresce a valore il mercato del child meals in Italia, mentre diminuiscono i volumi. Oggi il comparto si attesta – secondo le proiezioni Iri-Gfk – sui 600 milioni di euro di consumi annui, con un calo del 5% sui volumi e un aumento del 5% sui valori. Ma se ci soffermiamo sui primi sei mesi, il development è ancora più evidente: a fronte di un calo in valore stabile al 5%, i volumi sono diminuiti del 7 per cento.
Iva ridotta al 5% per il latte in polvere
La denatalità rimane il principale driver con cui si confronta il settore, oltre all’inflazione, oggetto – a inizio anno – di un intervento da parte della legge di Bilancio, che ha ridotto l’aliquota Iva al 5% per il latte in polvere (oltre che per altri prodotti dell’infanzia). «Questo intervento ha dato dei risultati, l’effetto inflazionistico è stato assorbito», dicono fonti Mimit. Ma alcune aziende – come già accaduto per altre categorie merceologiche – fanno notare come questi effetti siano stati annullati dai rincari che i prodotti subiscono sugli scaffali della Gdo. Dal ministero delle Imprese e del Made in Italy minimizzano: «La situazione adesso è lineare: le farmacie e le parafarmacie che hanno aderito al patto antiinflazione andranno a contenere anche i prezzi dei prodotti per l’infanzia, ma la decisione finale spetta alle singole aziende. Vediamo se ci saranno ulteriori ribassi: noi ce lo auguriamo».
Denatalità e crisi tagliano i consumi di child meals
Quel che è certo è che le recenti crisi hanno contribuito a ridisegnare i consumi. «Un livello sempre crescente di persone, il 58%, sta adottando cambiamenti nelle proprie abitudini – commenta Elisa Cavestro, head of portfolio & innovation First Meals di Plasmon/Kraft Heinz –. Sappiamo che l’inflazione ha pesato e sta pesando sulle famiglie italiane, anche per questo motivo abbiamo deciso di incrementare i nostri investimenti promozionali e di commercializzare un’ampia gamma di formati, per offrire maggiori opportunità di acquistare i nostri prodotti a prezzi più convenienti».
Le sotto-categorie merceologiche reagiscono in modo differente: il latte artificiale, nel 2023, mostra un andamento molto diverso rispetto agli anni precedenti, con un +5% a valore e un -19% a quantity, a causa della «controcifra anomala» della donazioni per l’Ucraina, che aveva caratterizzato il 2022. Le sottocategorie che costituiscono il mondo pappa (omogeneizzati, pastine, cereali) e biscotto hanno un andamento simile tra loro, crescendo a valore del 6% e decrescendo a quantity del 7%, in parte a causa anche loro dell’effetto Ucraina manifestatosi nel 2022, ma soprattutto guidate dal tasso di natalità (2,2%) e dalle nuove abitudini di consumo influenzate dall’inflazione, come l’auto-svezzamento e il precoce passaggio al cibo degli adulti.
Snack, pouches e innovazione rivolta ai più piccoli
Per recuperare fette di mercato le aziende puntano sull’innovazione, con l’obiettivo di esplorare aree merceologiche complementari al core enterprise e di fidelizzare i propri consumatori in fasce d’età più avanzate. È il caso advert esempio degli snack, segmento che, seppur ancora residuale in termini assoluti, è raddoppiato negli ultimi tre anni, mantenendo una efficiency positiva sia a valore che a quantity (rispettivamente +21% e +1%), evidenziando un cambiamento nel carrello dei genitori e nelle abitudini di consumo della categoria, più incentrate sulla praticità e sul consumo fuori casa.