Dal fantasy alla realtà e viceversa: ecco cosa vedere a Narni, il magico mondo di Lewis

Ha ispirato lo scrittore CS Lewis nel creare un magico mondo fatto di animali parlanti, creature mitologiche e streghe cattive: Narni è un piccolo e suggestivo borgo medievale dell’Umbria e il suo nome ha fatto il giro del mondo grazie al romanzo “Le Cronache di Narnia. Il leone, la strega e l’armadio” nel quale quattro bambini scoprono una terra magica.
Ebbene, pare che questa storia sia ispirata a una vera, quella avvenuta nel 1979, quando un gruppo di bambini chiamato “la banda del buco” scoprì un passaggio segreto dietro un armadio che conduceva all’attuale Narni sotterranea, legata a storie d’inquisizione e della massoneria.
Sebbene Narnia sia solo frutto dell’immaginazione, Narni (Narnia in latino) è reale e la sua storia così antica sembra abbia proprio convinto l’autore a sceglierla come ambientazione del suo magico mondo!
La storia di Narni che ha ispirato il magico mondo delle Cronache di Narnia
Narni sorge su una collina a 240 metri sul livello del mare, in provincia di Terni, in Umbria. Questo incantevole borgo ha più di 2000 anni e faceva parte dell’impero romano. Nel centro storico, però, sono visibili i resti di epoca pre-romana, dell’antica e medievale Narnia. La zona, infatti, come attestano i ritrovamenti in alcune grotte, period abitata già nel paleolitico, quando gli Osco-umbri si stabilirono nella zona, chiamando il loro insediamento “Nequinum”.
Lewis, l’autore del celebre romanzo, non è mai stato a Narni, ma ne è un grande conoscitore, grazie agli studi che ha effettuato di storia romana e lingua latina tra Oxford e Cambridge. Il nome della città venne cambiato da Narnia a Narni dopo la conquista romana e il fiume che la attraversa si chiama Nera, Nar in antico umbro che significa “acqua che scorre”: questo potrebbe essere un altro motivo per il quale Lewis ha scelto Narni, perché “l’acqua è la fonte della vita”.
Dal fantasy alla realtà: ecco cosa vedere a Narni
Narni ha dato il nome al regno misterioso e prodigioso di Lewis, ma quella reale è davvero un piccolo scrigno di tesori. I suoi beni culturali, i palazzi medievali e i reperti storici sono ben conservati, così come le sue tradizioni.
Ecco cosa vedere a Narni:
Rocca Albornoz
Antica fortezza medievale che domina il borgo e offre una vista panoramica mozzafiato sulla città e sulla campagna circostante. Eretta nel XVI secolo è stata dimora di papi, cardinali e militari. All’interno della rocca è possibile esplorare il Museo dell’Archeologia e il Museo del Tempo che ospita una collezione di orologi antichi.
Porta delle Arvolte
Per accedere alla città è necessario attraversare questo splendido bene culturale eretto nel XV secolo; presenta un arco realizzato in pietra a bugnato, mentre sui lati spiccano i torrioni le feritoie.
Ponte Augusto
Questo antico ponte romano, costruito nell’8 a.C., attraversa il fiume Nera ed è un esempio impressionante di architettura romana. Il ponte è ancora in uso oggi ed è un luogo affascinante da visitare.
Cattedrale di San Giovenale
Il Duomo romanico del XII secolo è dedicato a San Giovenale ed è famoso per i suoi affreschi medievali e il campanile a metà tra lo stile romanico e quello rinascimentale. L’interno della cattedrale è notevole per la sua semplicità e bellezza.
Palazzo dei Priori
Questo edificio medievale ospita gli uffici del municipio di Narni ed è noto per la sua facciata ornamentata. All’interno custodisce opere d’arte e dipinti storici.
Museo Eroli
Racconta la storia della città e ospita una vasta collezione di reperti archeologici, arte medievale e oggetti storici legati a Narni.
Narni sotterranea
Una visita a Narni sotterranea è d’obbligo. La porta d’accesso è un’antichissima chiesa scoperta solo nel 1979, come già accennato, e conduce a quella che un tempo period la cattedrale della città, Santa Maria Maggiore, a una cisterna romana e alle segrete del Tribunale dell’Inquisizione.
La visita si articola nei sotterranei dell’antico complesso del Convento di San Domenico, dalla chiesa affrescata, ai resti di un impianto romano con acquedotto, cisterna e annesso Lacus, una cella ricca di graffiti realizzati dai reclusi dal Tribunale dell’Inquisizione.
Tanti i ritrovamenti archeologici venuti alla luce e valorizzati con i lavori di recupero e le installazioni luminose: un percorso che accompagna attraverso le varie fasi storiche di Narni. In particolare, un prigioniero che trascorse nella cella circa 90 giorni tra il 1759 e il 1760, Giuseppe Andrea Lombardini, incise parole e simboli in un linguaggio fatto di segni massonici e alchemici che, secondo un suo preciso disegno mentale, evitavano che il messaggio fosse compreso e cancellato dagli inquisitori: leggenda vuole che il suo fantasma aleggi ancora nella cella e nei sotterranei!