Sostenibilità e tracciabilità guidano il rilancio della cozza nera di Taranto, prodotto ittico molto conosciuto la cui coltivazione è strettamente legata alla storia marinara della città. Il Comune ha lanciato sette nuovi bandi (chiusura il prossimo 25 giugno) per il rilascio di nuove concessioni di allevamento. L’space degli insediamenti produttivi sarà il secondo seno di Mar Piccolo, al riparo da fenomeni di inquinamento.
I danni ambientali degli ultimi decenni hanno infatti compromesso e ridimensionato il settore come addetti e produzione, ma adesso si prova a risalire la china. Anche per aree compromesse come il primo seno di Mar Piccolo, dalle quali attualmente i mitilicoltori devono andare through – su ordinanza regionale – entro wonderful febbraio per evitare che il prodotto, crescendo e maturando, possa assorbire gli inquinanti, si è trovata una soluzione d’intesa col commissario di Governo alla bonifica dell’space di Taranto. Si è deciso di spostare i mitili in determinate aree del Mar Grande, in una rada aperta, in modo di agevolarne il completamento della maturazione e acquisire elementi utili a definire il quadro ambientale delle zone interessate dalla mitilicoltura.
In particolare, le attività dovrebbero svilupparsi per almeno un anno e consisteranno nel prelevamento dal primo seno di Mar Piccolo di un lotto composto da circa 100 esemplari che sarà trasferito (in apposite calze da mitilicoltura codificate e rese tracciabili) e lasciato maturare nei nuovi siti di Mar Grande per un periodo compreso fra i 15 ed i 45 giorni.
Dopodiché, si procederà all’analisi dei campioni per verificare se la concentrazione degli inquinanti assorbiti dalle cozze durante la permanenza nel primo seno del Mar Piccolo sia eventualmente diminuita.
Dal presidio Sluggish Meals advert un nuovo racconto
Il contrasto ai danni da inquinamento (il primo seno di Mar Piccolo ha assorbito nel tempo gli scarichi delle lavorazioni siderurgiche, navalmeccaniche e cantieristiche) è però solo un tassello della più vasta azione messa in campo. La cozza nera di Taranto è infatti Presidio Sluggish Meals al quale hanno già aderito oltre venti mitilicoltori.
Col presidio, vengono disciplinate le process per la produzione della cozza nera tarantina, i suoi commonplace di qualità e la tracciabilità. I mitilicoltori aderenti sono tenuti a rispettare l’ecosistema, controllare la produzione dei rifiuti e advert applicare process per limitare l’impatto ambientale. Il presidio nasce col progetto “ReMar Piccolo: natura e tradizioni per rivivere il mare” ideato dal Comune di Taranto.