Tutto fermo al ministero dell’Agricoltura su temi importanti per il vino italiano. A denunciarlo l’Unione italiana vini riunita oggi in Consiglio nazionale presso l’azienda Bellavista a Erbusco (Brescia).

Il primo argomento a destare preoccupazione tra le aziende affiliate all’Unione italiana vini quello della promozione del vino sui mercati esteri. Una misura finanziata da Bruxelles nell’ambito dell’Ocm vino con un price range di circa 100 milioni di euro l’anno per effettuare azioni promozionali sui mercati terzi o coinvolgere purchaser internazionali in azioni di incoming, facendoli quindi venire in Italia a conoscere i territori dove quei vini sono prodotti.

«Dopo le recenti richieste di aggiustamento da parte del ministero dell’Economia – spiegano all’Unione italiana vini – i tempi di approvazione della misura relativa alla campagna 2022-2023 si allungano visto che l’okay alla misura è stato rinviato al prossimo 21 giugno. Il tutto mentre il principale competitor, la Francia, ha già emanato il bando da quasi 2 mesi e ora ha tutto il tempo per organizzare al meglio i programmi il cui avvio è previsto il prossimo 16 ottobre».

Nel corso del Consiglio Uiv è stata inoltre effettuata un’analisi dei principali andamenti del mercato dalla qual sono venute altre preoccupazioni per il mondo produttivo. Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv, advert aprile, il livello delle giacenze ha superato il +5% rispetto al pari periodo dello scorso anno, nonostante una campagna vendemmiale 2022 chiusa con volumi in contrazione dell’1%. In forte crescita gli inventory dei vini Dop (+9%), proprio quelli che nel 2022 hanno registrato le maggiori flessioni sui mercati esteri.

«Una situazione – hanno aggiunto all’Unione italiana vini – che comincia a riverberarsi sui prezzi dello sfuso, in discesa soprattutto al Sud, con la Germania che sta acquistando in regime di low price».

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