Grazie a Flag Pescando ho scoperto la Penisola del Sinis

Ho partecipato al Festival “Pescatori di Borghi”, organizzato da Flag Pescando. Vi racconto un weekend incredibile nella Sardegna centro-occidentale.

“Vuoi essere nostro ospite in Sardegna per assistere al Festival Pescatori di Borghi? Un evento organizzato con e per i pescatori locali, ci saranno degustazioni e tanto altro… ci stai?”. La mia risposta non si è fatta attendere e sono volato nella Penisola del Sinis, territorio dove si trova L’Associazione FLAG Pescando Sardegna Centro Occidentale, cioè gli organizzatori del Festival.

La Penisola del Sinis è nella costa centro-occidentale dell’Isola, un piccolo angolo di paradiso riconosciuto anche a livello europeo e internazionale (come tutta la Sardegna, certo, ma questa zona è tenuta d’occhio in particolare dalla Commissione Europea per preservarne la natura incontaminata). Si trova fra la baia di Is Arenas a nord, e il Golfo di Oristano a sud. È un lembo di terra nel mare che racchiude un bellezze naturali incredibili. Definire questo territorio “un paradiso in terra” non è esagerato, è quanto di più vicino alla realtà. Ho visto fenicotteri rosa attorno agli stagni di Cabras, ho osservato volatili marini nidificare su scogli che sono sculture erose dal tempo, ho incontrato ragazzi che vengono qui tutto l’anno (si anche adesso che è inverno) per fare kyte e wind surf, grazie al maestrale il Sinis è il posto ideale per questi sport.

Ma soprattutto ho osservato tanti pescatori, quelli dell’Associazione FLAG Pescando, che mi hanno fatto comprendere meglio questo territorio e l’importanza della pesca eco-sostenibile. Sono stati loro ad invitarmi qui. Il loro progetto è nato nel 2016 come Gruppo di Azione Locale nel Settore della Pesca (in inglese Fisheries Local Action Group – FLAG). Lo scopo dell’Associazione è quello di realizzare interventi concreti per il miglioramento del settore della pesca e di tutte le attività a essa connesse. Ma non con azioni dall’alto, bensì con coinvolgendo le persone che vivono questo territorio, l’Associazione FLAG Pescando promuove unosviluppo locale di tipo partecipativo.

Ecco perché hanno creato il Festival “Pescatori di Borghi”. Un evento che si tiene ogni anno (pandemia permettendo), grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna, del comune di San Vero Melis, del Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca e di Visit WestCoast Sardegna (un progetto per gestire il turismo in queste zone).

Lo sottolineo subito: è un Festival unico al mondo e nel suo genere, per cui se potete, andateci!

Quest’anno il Festival è durato 2 giorni, sabato 13 e domenica 14 novembre, la manifestazione – a ingresso gratuito su prenotazione – ha toccato le località di San Vero Milis, Su Pallosu, Is Benas, Putzu Idu e Mandriola.

In queste die giornate sono stati organizzati 12 appuntamenti tra: degustazioni, momenti culturali, escursioni e laboratori. Per farvi capire cosa vi siete persi: in ogni giornata, a turno, ognuna delle cooperative di pescatori ha proposto ai visitatori un piatto tipico a base di pesce. 

Per capire cosa rischiamo di perdere, mi è bastato mangiarlo. 

Ho compreso in un boccone l’importanza dei 3 obiettivi dell’Associazione Flag Pescando:

1- Incrementare il valore della produzione del comparto ittico, comprese le attività collegate alla pesca

2- Incrementare il numero di persone che lavorano nella filiera

3- Valorizzare il patrimonio naturale, paesaggistico del territorio

Grazie al Festival “Pescatori di Borghi”, e ai consigli dei pescatori che ho conosciuto, ho avuto l’occasione di scoprire luoghi che vi consiglio di vedere. 

Ecco la mia top 6: le tappe imperdibili nella Penisola del Sinis

1) Museo di Cabras 

Il Museo archeologico comunale Giovanni Marongiu di Cabras, ospita un’ampia raccolta di reperti archeologici che ci consentono di ripercorrere la millenaria storia della penisola del Sinis.

L’esposizione è divisa in 4 sezioni, la prima è dedicata alla località di Cuccuru is Arrius, che si trova lungo la sponda meridionale dello stagno di Cabras, qui gli scavi hanno evidenziato attività intense in età preistorica e protostorica. 

La seconda è dedicata all’antica città di Tharros, fondata dai Fenici all’estremità meridionale della penisola e fiorente centro urbano anche nelle successive età punica e romana. 

La terza parte dell’esposizione è dedicata a una delle scoperte subacquee più significative degli ultimi decenni, quella di un relitto di età romana individuato nel 1989 nel braccio di mare compreso tra la costa del Sinis e l’isola di Mal di Ventre.

La quarta e ultima sezione è dedicata ai Giganti di monte Prama, si tratta di antiche sculture, 28 statue di guerrieri risalenti alla Civiltà nuragica, ritrovate casualmente nel marzo del 1974 in località Mont’e Prama, nel Sinis. Le statue sono state al centro di un dibattito recente, la popolazione di Cabras si oppone alla richiesta di restauro fatta dal Museo di Cagliari. 


2) Piatti tipici locali a base di pesce, come ad esempio la burrida di Cabras, la bottarga, il muggine a scambeccio e l’anguilla. Il cibo, come in ogni viaggio, rappresenta un momento di scoperta e comprensione del territorio. Qui in particolare, dove la maggioranza della popolazione vive grazie alla pesca, il cibo è l’elemento imprescindibile per immergersi in questi luoghi.

Per esempio il Muggine, un pesce, spesso considerato di scarsa qualità, viene qui allevato e servito senza troppe preparazioni, regalando un gusto spesso sconosciuto e prelibato. La Penisola del Sinis è ricca di muggine e col tempo i pescatori hanno imparato a valorizzare il suo Oro: la bottarga, il celebre Oro di Cabras.



3) Tharros, visita la sua zona archeologica con vista mozzafiato sul mare. A Tharros vivono oltre due millenni di storia e passeggiare nel sito archeologico a cielo aperto, con vista mare, è un’esperienza che non ha uguali, una vera emozione! Osserverai i resti di un’antichissima città fondata dai fenici sopra un precedente un insediamento nuragico: secoli e secoli di storia accumulati su una lingua di terra protesa verso il mare, a soli 10 km dal centro cittadino di Cabras. 

Qui si sono avvicendati fenici, cartaginesi, romani, bizantini, prima che la città venisse abbandonata nell’XI dC per fondare l’attuale città di Oristano. Lo scavo archeologico è attivo, e continuamente gli archeologi portano alla luce nuovi tesori. Questa è una tappa imperdibile per gli appassionati di storia.



4) Tramonti sul mare. Consiglio assolutamente le località di Capo Mannu oppure al porticciolo di Marceddì 

Ci sono attimi preziosi lungo un viaggio, per me quelli del tramonto sono da incorniciare. Vedere il sole scendere sulle scogliere a picco, incendiare l’acqua cristallina non è descrivibile a parole, è un’esperienza da vivere. Alcuni luoghi regalano tramonti incredibili, raggiungete Torre di Capo Mannu e osservate in silenzio uno spettacolo della natura. Raccomando però la massima cautela una volta raggiunta la Torre che è a strapiombo sul mare, e attualmente è in condizioni di sicurezza scadenti; inoltre l’accesso alla torre avviene tramite alcuni gradoni di altezza variabile tra i 40 e i 60 cm.

Si raggiunge in auto attraversato il centro di Putzu Idu, dalla località Sa Marigosa, prendete una strada stretta sulla destra con l’indicazione della Torre. Arriverete fino a circa 300 metri dalla Torre.

Da qui avrete una vista panoramica di 360°, potrete osservare l’intera spiaggia di Is Arenas fino a Capo Niueddu. Per chi preferisce godere di uno spettacolo più agevolmente, il piccolo porto di Marceddì non vi deluderà: vi sentirete catapultati in un luogo fermo nel tempo ricco di colori abbaglianti.




5) Fenicotteri rosa e la fauna delle lagune. Vi sembrerà di essere sul set di un film, di vivere undocumentario, rimarrete stupiti dalla vivacità della fauna attorno a voi. Per assistere a questo spettacolo naturale dovete raggiungere Putzu Idu. Da qui inoltre sarete solo a mezz’ora dall’Isola Mal di VentrePutzu Idu si può arrivare più comodamente da Oristano, prendendo la SS 292 verso nord e, qualche chilometro dopo aver superato Riola Sardo, prendendo sulla sinistra la SP 10 che passa accanto allo stagno di Sale Porcus: qui osserverete i fenicotteri rosa ormai stanziali, cioè li trovate qui tutto l’anno. Con l’auto seguite le indicazioni per raggiungere le lagune nascoste, poi proseguite per brevi tratti a piedi per poter ammirare gli animali più da vicino.




6) Museo del coltello sardo, 
ad Arbus.

Questo posto vi stupirà, è stato ideato da Paolo Pusceddu, titolare della Coltelleria Arburesa, quindi un esperto in materia che vi farà anche da cicerone. Guinness dei primati: qui si trova il coltello più pesante del mondo, è stato realizzato da Paolo Pusceddu nel 1986, si tratta di un’arburesa, un coltello a lama panciuta in acciaio inox, che misura 4,85 metri di lunghezza per ben 295 Kg di peso.

Il museo è organizzato in quattro sale e promuove il patrimonio delle lame sarde, e la storia della coltelleria, esponendo gli oggetti raccolti dal mastro coltellinaio in anni di ricerca e di scambi. Tra i coltelli esposti sono presenti vere e proprie opere d’arte che rappresentano la fauna sarda: coltelli con manici in corno, di ogni forma e colore, intarsiati e scolpiti in forma di cervo, cinghiale, muflone e aquila. 

Molto interessante la sala che riproduce un antico laboratorio da fabbro, qui sono esposti arnesi originali del secolo scorso. Durante la visita inoltre verranno proiettati dei filmati dedicati alle fasi e alle tecniche della costruzione di un coltello. La chicca: Mastro Pusceddu creerà in diretta per voi uno dei suoi coltelli!


Dopo questo viaggio sono sempre più convinto che proteggere un territorio significa apprezzarlo, in qualche modo amarlo. E si dimostra affetto con le azioni. Proteggere e conservare la Penisila del Sinis vuol dire fare adottare comportamenti consapevoli e battersi per una pesca sostenibile. Perché se continuiamo a fare scelte di comodo ma errate, rischiamo di perdere un paradiso.


Vi invito a seguire i miei viaggi e a non perdere neanche una tappa del progetto “1 anno da Nomade Digitale”, seguimi su Instagram e leggi gli approfondimenti sul mio blog.

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