TuttoFood si è aperto a Milano con un convegno organizzato da Coldiretti dove i protagonisti di tutta la filiera alimentare – dagli agricoltori all’industria, passando per gli allevatori – hanno ribadito il loro netto no alla carne coltivata. O sintetica o artificiale che di si voglia, cioè quella che si ottiene dalle cellule staminali animali processate in cosiddetti bioreattori. Una “carne” di cui esistono ancora pochi casi al mondo e di cui ancora in Europa sono sconosciuti consumo e produzione.
Intanto negli stand della Fiera di Rho le società specializzate in plant primarily based (chiamarle solo begin up ormai è riduttivo) presentavano l’evoluzione dei loro prodotti a base di proteine vegetali, che nulla hanno a che fare con la cultivated meat di cui sopra. Si tratta infatti di proposte che attraverso lavorazioni brevettate e processi di fermentazione imitano forma e sapore della carne animale, ma che partono da prodotti vegetali come soia, piselli e barbabietole.
L’evoluzione del plant primarily based
Dopo che, sempre nei giorni della Fiera, l’israeliana Redefine Meat ha presentato la sua bistecca stampata in 3D di aspetto e gusto sempre più simile all’originale, nei padiglioni di Rho è stata la volta di Planted che ha lanciato in anteprima per l’Italia il suo “planted.rooster Breast”, da 120 grammi che sarà in vendita nei supermercati da ottobre (è già venduto in Svizzera, Germania, Austria, Francia e Regno Unito).
«Si tratta il primo petto di pollo 100% vegetale e senza alcun additivo, composto soltanto da proteine e fibre di piselli, acqua, olio di canola, vitamina B12, sale e lievito», dicono dallo begin up. Un prodotto «frutto di anni di studi e take a look at portati avanti dal dipartimento ricerca e sviluppo nei confronti dei primi prototipi di filetti di carne, i cosiddetti “whole-cuts” e grazie alla tecnica della fermentazione, è stato possibile raggiungere una succosità incredibilmente simile a quella della carne animale».E per valorizzare il suo valore in cucina a metterlo in padella è stato lo chef stellato Pietro Leemann, ambassador di Planted e una stella Michelin al Joia di Milano.
A poco più di un anno dal lancio in Italia, Planted conta oltre 400 ristoranti in tutto il Paese, dalle catene associate tra cui I Love Poke, Kebhouze e Flower Burger, all’hôtellerie, alla ristorazione collettiva, ai supply; oltre allo store on-line. A advantageous 2022 Planted è sbarcata nella Gdo attraverso le insegne del gruppo Conad in Lombardia e Nord-Est, Interspar, Carrefour nel Sud Italia, e da maggio sarà distribuita anche nei supermercati Esselunga. Planted – società con base in Svizzera che non rende noti fatturato e altri risultati economici – sta mettendo a frutto un round di finanziamento di 70 milioni guidato da L Catterton e ha debuttato anche nei segmenti dei pasti pronti surgelati (model Artica).