Ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in parte, per resa e qualità, dall’impollinazione dalle api. Tra queste ci sono, secondo la Fao, mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni. Le api domestiche e quelle selvatiche sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali.
Negli ultimi anni, dopo lunghi dibattiti e studi d’impatto, la Commissione europea ha introdotto una serie di divieti sui cosiddetti neonicotinoidi, i concianti per le sementi del mais considerati responsabili dell’eccezionale morìa di api in Europa.
«Il problema di questo tipo di trattamenti – spiega ancora Bazzana – è la scarsa aderenza al seme e la diffusione nell’ambiente circostante. Ma più in generale oggi la principale minaccia è la crisi climatica, che si aggiunge alle malattie conseguenti ai possibili trattamenti sbagliati e ai nuovi parassiti che sono venuti fuori, dall’aethina tumida alla vespa vellutina, a conferma che l’ape resta il primo indicatore dei cambiamenti ambientali».
Intanto il calo della produzione nazionale ha lasciato sempre più spazio all’import, cresciuto del 12% nel 2022 con oltre 26.500 tonnellate, ben oltre metà dei consumi, provenienti – denuncia la Coldiretti – anche da paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare. Con gli arrivi dalla Turchia cresciuti del 146%, dalla Cina del 66%, dalla Romania del 134% e dall’Ucraina dell’83 per cento.
Secondo un’indagine della Commissione europea su campioni importati fra il 2021 e il 2022, il 46% (quasi 1 su 2) è sospettato di adulterazione, con il numero assoluto più alto fatto registrare dalla Cina (74%), quello dei campioni sospetti (93%) dalla Turchia e i “dubbi” (100%) dal Regno Unito. Questo probabilmente perché, sostiene la Coldiretti«si tratta di miele prodotto in altri paesi e ulteriormente miscelato».
Il miele prodotto in Italia – dove se ne consuma circa mezzo chilo professional capite all’anno, sotto la media europea di 600 grammi, un terzo rispetto alla Germania – è riconoscibile attraverso l’etichettatura d’origine obbligatoria. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui provenga da più paesi Ue l’etichetta deve riportare l’indicazione «miscela di mieli originari della Ue» indicando il nome dei paesi; se invece proviene da paesi extraUe dev’esserci la scritta «miscela di mieli non originari della Ue» con il nome dei Paesi, mentre se è un combine va scritto «miscela di mieli originari e non originari della Ue».