«Abbiamo appena trascorso un anno difficile, fortemente condizionato dai costi di produzione e con delle prospettive estremamente altalenanti rispetto ovviamente da una parte agli effetti della guerra russo ucraina e dall’altro agli andamenti di mercato – ha affermato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti –. Ci sono diversi fattori che stanno negativamente impattando sul conto economico delle nostre aziende ed è il motivo per cui, come Confagricoltura, abbiamo chiesto il tavolo ortofrutticolo al ministero, ponendo al ministro una serie di richieste. Innanzitutto un alleggerimento del costo del denaro». E poi «concentrare in politiche di filiera e raggiungere sempre di più i mercati esteri». Infine «una grande promozione del sistema produttivo Paese».

MACFRUT 2023, presentata a Roma la 40 edizione

Tra gli appuntamenti di Confagricoltura a Macfrut l’incontro intitolato “Ortofrutta: confronto tra i protagonisti. La sfida dei mercati” al quale è prevista la partecipazione anche del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e quelli su “L’alleanza dei giovani dell’Ortofrutta” e “IV gamma: quali strategie per il futuro”.

Coldiretti: il 15% il 205 di frutteti in meno

Coldiretti evidenzia invece come negli ultimi quindici anni è scomparsa una pianta di frutta su cinque. Una development che riguarda tutte le principali produzioni: dalle pere ai limoni, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine. Secondo la ricerca “Salviamo l’ortofrutta italiana” il dato peggiore riguarda le nettarine (pesche, ndr) con la scomparsa di quasi la metà delle piante (-45%) ma negativi sono anche i numeri dell’uva da tavola (-43%), delle pere (-34%), delle pesche (-33%),dei mandarini (-20%) e delle arance (-16% ) mentre crescono in controtendenza solo i kiwi (+11%).

In base ai numeri elaborati dalla Coldiretti la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta, complessivamente. a 516.000 ettari con la perdita di oltre 100.000 ettari rispetto a 15 anni fa. Una situazione che rischia di avere un peso anche sul fronte dell’occupazione visto che, argomenta ancora Coldiretti nello studio, «il settore ortofrutticolo garantisce all’Italia 440mila posti di lavoro, pari advert oltre il 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi all’anno tra fresco e trasformato, il 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole che sono oggi a rischio, a causa di prezzi troppo bassi che non coprono i costi di produzione».

Acquisti in calo del 9%

Sulla base dei dati Cso Italy, Coldiretti segnala anche «appesantiti dal caro prezzi e dal cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo». Più nel dettaglio i consumatori “hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’ 8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi. Il risultato «è che con 5,5 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta e verdura degli italiani è risultato di mezzo miliardo di chili inferiore a quello dell’anno precedente con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini».

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