Il 22 ottobre, su Meals Community, è iniziata la seconda stagione di “Senti che fame, nonna pensaci tu“: le protagoniste sono Anna Moroni e Sandra Milo (che sostituisce Lidia Bastianich), rispettivamente ottantaquattrenne ex cuoca storica di É sempre Mezzogiorno con Antonella Clerici la prima, e novantenne attrice e personaggio televisivo italiano la seconda. E alimentano un’Italia stantìa che evidentemente agli autori del “meals” piace un sacco. Dovrebbero essere due nonne che preparano il pranzo ai nipoti, ma facendo poi pietanze improbabili piene di vino rosso, salse tartufate e grassi. Insomma, c’è troppo che non funziona.
Il contesto è sempre quello: la campagna, le cassette grezze piene di verdura, la cucina ben arredata, le balle di fieno fuori dalla finestra. E mi chiedo perché non ci sposti mai da qui, imbalsamando gli spettatori con un realismo studiato a tavolino che dovrebbe ledere l’intelletto di chiunque. Eppure, anno dopo anno, siamo sempre a questo punto.
Le due “nonne” si presentano nella sigla iniziale. Sandra Milo: “tutti mi conoscono per la mia carriera d’attrice e i miei grandi amori ma ho anche grandi passioni. Adoro mangiare e cucinare perché il cibo dà grande gioia“. Anna Moroni: “accompagnavo la cuoca di paese casa per casa per cucinare. Ho viaggiato e studiato e replicavo i piatti per marito e figli“. Gli sponsor sono ovunque, una cosa impressionante, mai vista: da inizio a superb puntata, qualunque prodotto, esposti senza ritegno.
La spesa da Aldi e l’eccesso di sponsor
Cominciamo da qui, con le signore che raccontano le ricette e la Moroni che va a fare la spesa per entrambe. Ed è così che si passa dalla television che racconta la cucina economica alla television che suggerisce la spesa con ogni cosa confezionata in plastica e già tagliata (il pollo, le erbe aromatiche). Eh ma la gente comune fa la spesa così, dicono in molti: ottimo, quindi continuiamo così. Da Aldi ovviamente è tutto architettato e davvero brutto da vedere e sentire. La Moroni si aggira tra gli scaffali fingendo di scegliere il prodotto migliore, ed elargendo consigli improbabili per il contesto della trasmissione di cui è rappresentante. Chiede advert un commesso prontissimo dove trovare la salsiccia e, arrivata allo scaffale indicatole, si stupisce di trovarla: toh guarda, da Aldi si trova la salsiccia.
Come anticipato, la cucina è un circo di sponsor: confezioni su confezioni, gli autori indugiano a riprendere persino la vaschetta del pollo vuota per non perdere occasioni preziose. Cassette di mele brandizzate con davanti farine brandizzate, piatti brandizzati, buste di formaggio brandizzate, vasetti brandizzati. Immancabile la pausa caffè brandizzata tra una ricetta e l’altra, marchio di fabbrica ormai della television meals italiana. Davvero, mi sono stupita che non esponessero anche la marca dei gioielloni indossati dalla Milo.
Le due nonne in cucina
In cucina ci sono molti salamelecchi reciproci (“tu sei una grande artista” “no tu lo sei” “no tu“. Sì, abbiamo capito che siete migliori amiche da sempre). Nella prima puntata, Anna Moroni inizia con un leggerissimo risotto con zucca e salsiccia, mentre la Sandra Milo prosegue con il suo pollo alla cacciatora. Per i nipoti, ovviamente.
Il risotto al vino rosso e tartufo, per bambini
Per il risotto si usa la salsa tartufata bianca: ingrediente difficile e irreperibile (ma che da Aldi la trovate di sicuro, garantito) di cui non si suggerisce nemmeno un’alternativa. Soprattutto, dal sapore delicato, che tutti i bambini apprezzano sicuramente. Sapete cos’altro apprezzano tutti i bambini? Una valanga di vino rosso corposo nel risotto. Insomma, la Moroni fa soffriggere la cipolla in un litro d’olio e poi ci butta il riso, con una Milo stupitissima di questa mossa: “aaaa ma metti il riso direttamente nella cipolla?”. Cara Sandra, perché accettare una trasmissione di cucina se devi fare poi la finta tonta che non conosce la base per fare un risotto?
Da questo risotto alla zucca non manca nulla, a parte la zucca. Ce n’è pochissima e non si cube quale varietà sia. Ed è invece importante saperlo, perché con una Delica o una Mantovana si ottiene un risultato mentre con una Napoletana si ottiene tutt’altro. Aggiunge anche un formaggio a pasta semi dura stagionato, una fetta presa dall’intera forma da 12 kg se non di più: molto comune avere la forma intera in cucina, vero? Poi, però, la Moroni specifica (e fa vedere) di aver preso la pasta di salsiccia già confezionata perché almeno usa solo quella che le serve. La goccia: una Moroni che picchietta sotto il piatto come gli chef, mossa che serve a stendere uniformemente il riso sul piatto. peccato che il risotto sia corposissimo e non si muova di un millimetro. Concludendo il risotto per i nipotini: dopo cipolla, vino rosso, poca zucca anonima, pasta di salsiccia, formaggio stagionato e salsa tartufata bianca, alla superb aggiunge anche granella di nocciola “perché adesso in cucina ci vuole sempre il croccante“. Masterchef scansati.
Il pollo di Sandra Milo e la Maroni sommelier
“Un giorno mi daranno l’Oscar per il mio pollo alla cacciatora“, ecco come la Milo introduce la ricetta che sta per fare. Okay, Sandra. Insomma è un piatto triste: un sacco di olio e pochi scarni pezzetti di pollo confezionato (il quale però è “senza antibiotici e tutto italiano“), lecca il peperoncino e poi lo mette in padella. La Moroni, in modo del tutto spontaneo, interviene: “Sandra, posso tagliarti qualche pomodorino? Questi pomodorini senza Nichel“. Proprio quelli li, brandizzati, che erano casualmente a portata di mano.
Anna Moroni diventa infine sommelier, in ogni puntata, suggerendo il vino più adatto da servire accanto alla pietanza di Sandra Milo (acidamente mi aspettavo un Barolo dell’Autogrill, invece sceglie un Chianti). E lo fa in maniera davvero didascalica, leggendo ciò che qualcuno ha probabilmente scritto per lei come i bimbi che recitano la preghierina senza comprenderla, per un voiceover davvero imbarazzante e che soprattutto non c’entra niente con il contesto nonne-nipoti.
Nonne, nipoti e il bon ton
Come ospite a chiudere ogni puntata c’è Diego Toscani, Ceo di Promotica ma presentato come “esperto di stile”. Impacciatissimo, didascalico anche lui, apparecchia la tavola e consiglia le buone maniere nonché il corretto uso di posate e bicchieri. Conclude con le magie dei coltelli “cornotech” descritte alle nonne a casa, che secondo gli autori sono impazienti di sapere a cosa servano – certo, una volta superato l’attonimento per aver frainteso con “pornotech” come è capitato alla sottoscritta.
Voto: vi prego, mai più
A parte i momenti davvero imbarazzanti, non si capisce quale sia il goal:
- nella sigla le due protagoniste si presentano come nonnine e c’è persino la voce di un bimbo che le chiama in appello;
- fanno spesa da Aldi fornendo informazioni profondamente contraddittorie, che stridono un po’ sui temi attualmente in discussione (etica, qualità, economia, plastica);
- cucinano ricette che sono per tutti tranne che per i piccoli – a meno che i nipoti non siano quarantenni in effetti;
- consigliano che vino abbinare alla pietanza con termini altisonanti come Docg, corpo, bouquet: ma a chi lo state suggerendo, sempre ai nipoti?
- e infine l’esperto di stile per la tavola spontanea del pranzo domenicale
La sensazione è che l’intento sia lo stesso development che ultimamente va per la maggiore: allevare massaie di casa a 360 gradi. Non basta dedicarsi alle ricette della domenica ma bisogna suggerire anche additional, come l’arte di apparecchiare la tavola e la conoscenza superficialissima del vino, o fare il sapone are available Fatto in Casa da Benedetta. Un po’ di tutto, dove il tutto è solamente sfiorato ma riempie efficacemente un’ora di viewers, senza tuttavia lasciare in mano assolutamente niente.