A che punto siamo con l’innovazione (digitale) nell’agrifood? Una domanda che negli ultimi anni è divenuta sempre più ricorrente anche nel nostro Paese ma non sempre si è risposto in modo puntuale e approfondito sulle modalità attraverso le quali le aziende del settore stanno cercando di cambiare pelle.
Il rapporto stilato da Eatable Adventures, uno dei principali acceleratori globali in materia Foodtech, e promosso da Verona Agrifood Innovation Hub, fra i più importanti poli di sviluppo per l’ecosistema agrifoodtech italiano, ha cercato di fare luce proprio su questo aspetto e di mettere sotto i riflettori, in particolare, il modello dell’open innovation raccogliendo le impressioni di aziende di medie e grandi dimensioni attive in Europa (poco meno della metà del campione), America Latina e Nord America.

Ebbene, il dato che fotografa la penetrazione a livello globale di questo modello è per certi aspetti sorprendente: il 78% delle realtà oggetto di indagine, infatti, dichiara di utilizzare fonti esterne per portare innovazione all’interno della propria struttura mentre il 90% assicura di aver compreso appieno il ruolo strategico dell’innovazione aperta, tanto da confermare l’intenzione di investire o collaborare con un soggetto terzo nei prossimi tre anni (l’85% lo farà già entro il prossimo anno).

Dal rapporto emerge inoltre come stia crescendo progressivamente la fiducia nelle begin up (tra scouting di realtà virtuose, investimenti diretti in nuove imprese revolutionary e loro incubazione) e di conseguenza la rilevanza della collaborazione tra aziende consolidate e participant emergenti, anche il ruolo di “driver” del cambiamento resta al momento nelle mani di Università, poli tecnologici e consulenti esterni.

Le principali aree di innovazione

Sebbene ancora oggi nove aziende su dieci su scala globale scelgano di concentrare i propri sforzi e investimenti nel miglioramento dei prodotti, l’attenzione si sta spostando sempre più verso le nuove tecnologie (voce che interessa il 57% delle imprese) e verso l’efficientamento dei processi (il 53%); non trascurabili sono anche l’attenzione verso la creazione di modelli di enterprise innovativi (riguarda il 46% delle imprese) e soprattutto i progetti per dare vita a dipartimenti specifici per l’innovazione (che coinvolge il 57% del campione).

Se a sostenere quest’ultima tendenza sono soprattutto gli operatori dell’agrifood europei (in cui queste divisioni hanno un ruolo sempre più strategico nel processo decisionale), in linea generale il rapporto mostra come le imprese siano focalizzate a rafforzare la cultura dell’innovazione in prospettiva, puntando tutto su tre pillar fondamentali: sostenibilità, tracciabilità e canali di vendita.

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