Sono tornate le piogge e con l’acqua sono tornate le malattie della vite. Due annate di grande siccità avevano fatto quasi dimenticare ai viticoltori le fitopatie che proliferano in condizioni di umidità ma praticamente scompaiono con il caldo e la siccità. È ancora molto presto per avventurarsi in previsioni sulla vendemmia, tuttavia a oggi, in due tra le principali regioni produttrici, Abruzzo e Puglia, gli attacchi di peronospora porteranno tagli della produzione rispettivamente del 40 e del 30 per cento.
Le stime sono state formulate dall’Osservatorio dell’Unione italiana vini che ha anche segnalato come subito si siano fatti sentire i riflessi sui mercati con le quotazioni del vino sfuso rosso, che dopo mesi di calma piatta hanno registrato la scorsa settimana un balzo del 16%.
Il fungo della peronospora ha colpito in maniera massiccia lungo la dorsale adriatica soprattutto in Abruzzo, Molise e Puglia sia nel Barese che in Salento. Più a Nord qualche caso è stato riscontrato nella pianura veneta e in Trentino. Qualche episodio anche lungo la costa tirrenica in particolare in Maremma e nell’Avellinese.
La nuova inattesa ondata di malattie della vite interviene su uno situation di mercato preoccupante. In Italia le giacenze di vino sono ai massimi e la prospettiva di una vendemmia abbondante avrebbe messo a serio rischio la tenuta dei listini. Ma da qui advert accogliere gli attacchi di peronospora come una panacea in grado di riequilibrare il mercato ce ne corre. Perché un conto è discutere di una migliore valorizzazione dei vini italiani a partire da quelli Doc altra cosa è invece ritrovarsi con la mancanza di prodotto. Senza prodotto difficilmente ci sarà anche un reddito per i viticoltori.
La peronospora è un fungo che attacca le foglie della vite distruggendo la produzione. «Entra in azione in due momenti. In primavera attacca soprattutto le foglie e anche i grappoli. Ma soprattutto – spiega il docente di Viticoltura ed Enologia dell’Università di Milano, Attilio Scienza – si manifesta dopo l’invaiatura, ovvero l’accrescimento dei grappoli tra l’inizio di luglio e i primi di agosto. In quel caso la peronospora larvata si sviluppa all’interno dell’acino e non lo fa maturare. E penalizza la produzione sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Fare vino in queste condizioni è impossibile. È necessario intervenire con prodotti fitosanitari e tagliare le piante più giovani togliendo così spazio alla peronospora per propagarsi. Molti viticoltori sono restii a intervenire per evitare di far lievitare i costi di produzione. Ma invece è necessario per non mettere a rischio anche la produzione degli anni futuri».