«Per questo settore, che solo da quest’anno torna ai valori prepandemici, lavoreremo senza misure vessatorie o ambiguità ideologiche». Chissà che dietro la dichiarazione del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, all’assemblea di Assobibe (Associazione Italiana tra gli Industriali delle Bevande Analcooliche), non si celi un intento politico: la cancellazione definitiva della “sugar tax”.
Lui non lo cube esplicitamente, ma dal suo entourage fanno notare come il ministro, in continuità con il suo programma elettorale, voglia sostenere le imprese che sono già state vessate dal Covid e dai rincari delle materie prime.

L’imposta che, dilazione dopo dilazione, si trascina da anni, rappresenta una enorme fonte di preoccupazione per l’associazione aderente a Confindustria, che in più occasioni ne ha chiesto la cancellazione definitiva. Lo stato d’animo del comparto delle bibite analcoliche è racchiuso in una dichiarazione del presidente Giangiacomo Pierini, il presidente: «Sono ottimista, ma anche preoccupato».

L’altro fronte critico è rappresentato dalla bozza di regolamento europeo sugli imballaggi, che pesa all’orizzonte con un cambio di modello di enterprise dai costi insostenibili: 18,7 miliardi di euro (12,5 miliardi di euro di spese di capitale aggiuntive e 6,2 miliardi di euro di spese operative aggiuntive).
A commento dell’impegno, ribadito dal ministro, Pierini ha aggiunto: «Abbiamo accolto con favore alcuni interventi fondamentali del Governo, dal rinvio dell’entrata in vigore della sugar tax alle misure per frenare la corsa dei costi di carburanti ed energetici per esempio, ma si tratta di soluzioni temporanee. Per guardare al futuro e continuare a crescere e far crescere l’economia confidiamo in politiche che assicurino una crescita costante: cancellare le nuove tasse all’orizzonte, continuare a sostenere cittadini e imprese sui costi energetici; sostenere la crescita di cui il Paese ha bisogno, anche con interventi di defiscalizzazione sul costo del lavoro a favore dei lavoratori; adottare misure ambientali solo se basate su evidenze scientifiche, volte a ridurre l’impatto della CO2. Dobbiamo fare in modo che i consumatori possano guardare con meno difficoltà al loro potere acquisto e tornare a costruire il futuro con fiducia».

Dopo aver ricordato i numeri che ruotano intorno all’industria delle bibite analcoliche (100 stabilimenti distribuiti su tutta la penisola, 80mila occupati) e ribadito il sostegno del Governo di Giorgia Meloni al settore, Lollobrigida ha ricordato quanto il comparto contribuisca al successo del cosiddetto horeca (fuori casa) e dell’agroalimentare tutto. Il mercato delle bibite analcoliche in Italia vale cinque miliardi di euro. Ogni euro di valore prodotto dalle imprese del comparto genera 5,4 euro lungo la filiera e per ciascun lavoratore nelle aziende di produzione si generano 14 posti di lavoro indiretti.

Fortemente radicato nel territorio, che esporta per un valore complessivo di 421 milioni di euro.E i consumatori sembrano esserne consapevoli.Secondo la ricerca presentata da Euromedia Analysis, oltre il 78% degli italiani riconosce le bevande analcoliche come espressione della tradizione italiana e ritiene che contribuiscano a valorizzare il Made in Italy nel mondo.
C’è poi un aspetto affettivo. «Oltre al semplice aspetto legato al piacere, al gusto e alla freschezza, questo tipo di prodotto è sinonimo di ricordi gioiosi nei periodi più belli della vita», ha commentato Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Analysis. Ghisleri ha poi ricordato alcuni prodotti iconici del nostro mercato come la cedrata, la spuma, il tamarindo «che mettono d’accordo nuove e vecchie generazioni, attraverso tradizioni che si tramandano». E che in fondo rappresentano un po’ le nostre Madeleine…

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