Negli ultimi 12 mesi in Italia sono stati serviti oltre 850 milioni di aperitivi – di cui 580 milioni serali e circa 285 milioni pre pranzo – per una spesa complessiva di oltre 4,54 miliardi di euro. Il development coinvolge 14 milioni di italiani di età compresa fra i 18 e i 75 anni (pari al 32% della popolazione), di cui il 24% corrisponde a persone di età superiore ai 55 anni.

Secondo l’analisi di mercato di TradeLab – presentata durante l’evento “Sei già dentro l’pleased hour?” organizzato a Milano presso Watt da Cattel Spa e Apci (Associazione Professionale Cuochi Italiani) – l’aperitivo serale è un’occasione di enterprise per un numero sempre maggiore di operatori del settore: non solo per i bar, quindi, ma anche per i ristoranti (circa il 10%) e le catene della ristorazione commerciale.

Un’abitudine ormai consolidata che potrebbe riservare occasioni di ulteriore sviluppo soprattutto una volta superata la fase congiunturale negativa con l’inflazione che taglia i consumi. Anche se è vero che gli italiani difficilmente rinunciano a mangiare e bere in compagnia fuori casa e l’aperitivo in questo periodo di crisi diventa a volte un’occasione per spendere meno che per una cena o di un pranzo fuori.

«Il messaggio forte che vogliamo dare ai ristoratori – ha detto Caroline Gatti, responsabile advertising and marketing di Cattel, azienda specializzata nella distribuzione per la ristorazione – è che l’aperitivo è diventato un pasto vero e proprio, al pari di colazione, pranzo e cena, e vale pertanto la pena impegnarsi per renderlo qualitativamente elevato, discostandosi dagli accompagnamenti che troppo spesso lo caratterizzano come, advert esempio, olive e chips. È arrivato il momento di investire, di fare ricerca, di imparare nuove ricette e soluzioni per offrire valore e, ovviamente, trarre profitto».

«Atteggiamento costruttivo che ha contraddistinto nel tempo anche tutte le attività Apci che di generazione in generazione ha visto l’affinarsi e il nascere di nuove realtà, tecnologie e modalità di aggregazione (i social) – sottolinea Sonia Re, direttore generale di Apci –. Quello che non è mai cambiato, fortunatamente, è l’entusiasmo che muove ogni progetto e lo slancio con cui ogni singola iniziativa è pensata a misura di chef, con e per i professionisti del comparto, per creare insieme qualcosa di grande e significativo».

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