Calano i consumi di beni alimentari delle famiglie italiane, mentre aumentano i pasti fuori casa o il ricorso alla consegna dei cibi a domicilio. È quanto emerge da un approfondimento del Centro Studi di Confindustria.

«Nel 2022 – si legge nel report – i consumi delle famiglie italiane sono cresciuti del 4,6%, sopra le attese degli analisti. In calo a effective anno (-1,7%), hanno ricominciato a espandersi nel primo trimestre 2023 (+0,5%), sebbene siano ancora sotto il livello pre-Covid (-1,2%). Questo dato aggregato positivo, però, nasconde una forte eterogeneità di traiettorie».

Sono infattoi «deboli i consumi di beni» e «una dinamica fiacca» caratterizza «i beni durevoli e soprattutto i non durevoli». In particolare – si spiega – «la spesa delle famiglie italiane per gli alimentari è in forte riduzione (-3,7% nel 2022; -8,7% nel quarto trimestre 2022 dal primo 2021), in controtendenza rispetto a molte altre voci di spesa. Ciò ha fatto da zavorra alla risalita dei consumi totali, visto anche il peso della spesa alimentare pari al 14% (secondo solo alla spesa per abitazione, acqua ed energia, 23%)».

In direzione opposta la spesa per i servizi con «un forte rimbalzo nel 2022 (+8,8%), sebbene ancora sotto i valori pre-Covid (-3,9%)». Nel post-pandemia, «la domanda repressa per il Covid, liberatasi nel 2022, potrebbe aver frenato gli alimentari, grazie al desiderio di recupero dei pasti fuori casa (contabilizzati come servizi, non beni)».

Una sostituzione dei pasti a casa con i servizi di ristorazione potrebbe essere stata dettata anche «dalla dinamica dei prezzi relativi, a favore dei secondi (+11,4% annuo il rincaro degli alimentari, +6,5% i ristoranti)».

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