La Spagna valorizza la produzione di qualità

Un rialzo però che non è stato un fulmine a ciel sereno. Perché Madrid ha avviato già da qualche anno un percorso di valorizzazione del proprio olio. Secondo un’elaborazione del Crea negli ultimi dieci anni il prezzo dell’olio d’oliva spagnolo è aumentato del 240% contro il +173% dell’olio made in Italy.

Solo il 24% dell’extravergine tricolore è 100% italiano

La variabile del prezzo dell’olio spagnolo ha un’incidenza diretta sui listini delle bottiglie di extravergine vendute in Italia, perché nella grande distribuzione – secondo le cifre fornite da Assitol, l’associazione italiana delle industrie olearie – gli extravergine a scaffale sono per una quota del 24% prodotti 100% made in Italy, ma per il restante 76% sono miscele di oli extravergini di diversa origine e in larghissima parte realizzate con mix di olio spagnolo e italiano.

Pressione promozionale in calo

Altro mito che l’attuale congiuntura sta sfatando è quello delle promozioni. Per anni produttori e industriali hanno accusato la grande distribuzione di svilire l’olio d’oliva ingabbiato non poco attraente standing di “prodotto civetta”. Ben oltre il 70% dell’extravergine venduto nella grande distribuzione italiana period commercializzato in promozione. E sconti e vendite sottocosto hanno a lungo ridotto al lumicino i margini dei produttori, che hanno sempre desiderato essere sganciati dalla logica delle vendite promozionali.

Un altro obiettivo che è stato raggiunto. «Le vendite in promozione sono passate dal 70 al 54% del totale vendite di olio – ha commentato il Enterprise Perception Director di Circana, Virgilio Romano – ma soprattutto, secondo i nostri dati, il fatturato delle vendite in promozione nei primi dieci mesi dell’anno si è fermato a quota 69 milioni di euro con una perdita di 28 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Ma, né il rialzo dei prezzi né la nice delle vendite in promozione si sono tradotte in un toccasana per il settore.

Assitol: aumento dei prezzi opportunità da cogliere

«Io invece resto convinta – spiega la presidente del Gruppo olio di Assitol, Anna Cane – che la congiuntura in atto sia un’opportunità da cogliere. Provare a valorizzare l’olio extravergine deve essere un obiettivo da perseguire anche se nel breve termine può portare a un’ulteriore flessione dei consumi. Serve una grande campagna di promozione dell’extravergine che spieghi al consumatore innanzitutto che il rincaro a scaffale spalmato sul numero di giorni necessari a esaurire una bottiglia di extravergine si riconduce a pochi centesimi. Ma, soprattutto, vanno spiegate e valorizzate le qualità dell’olio extravergine. Le sue proprietà nutrizionali che ne fanno un alimento molto simile a un integratore alimentare. Ma mentre gli integratori vengono acquistati senza farsi troppe domande sul prezzo, quello dell’extravergine, chissà perché, sembra invece sempre troppo alto».

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