Aprire un ristorante, magari sfruttando il traino del marchio di una catena in franchising? Nonostante il periodo di crisi è ancora un investimento che può portare buoni frutti, almeno secondo gli imprenditori interpellati nella 5° edizione dell’Osservatorio Imprenditoria Retail 2023. Lo pensano il 37% degli intervistati, che preferiscono l’attività ristorativa a quella immobiliare (33%) e dei servizi (32%). Sono invece il 36% degli intervistati a dichiarare di avere intenzione di investire in altri settori rispetto a quello di appartenenza.

L’indagine evidenzia come i motivi principali di adesione a un community della ristorazione siano per il 75% il prestigio e la notorietà dell’insegna, per il 64% fiducia negli interlocutori dell’azienda e per il 43% la fiducia nel administration. Il prestigio dell’insegna – sottolineano gli analisti – è anche il primo motivo di soddisfazione degli affiliati, seguito dalla qualità dei prodotti e dalla distintività e specializzazione del menu.

Lo studio annuale ha raccolto l’adesione di più di 60 insegne retail dei settori Gdo, Retail non meals, Horeca e Servizi e ha interessato oltre 1.000 imprenditori con lo scopo di analizzare il profilo dell’imprenditore nel franchising e nella distribuzione organizzata e la propensione agli investimenti e alle nuove aperture degli affiliati e associati alle reti retail.

Promosso da Largo Consumo con il supporto analitico di TradeLab, evidenzia come il 56% degli imprenditori ritenga che dopo la pandemia la ricerca di personale sia diventata più difficile. Ma allo stesso tempo il 75% si cube ottimista sul futuro dei prossimi 18 mesi del settore. C’è inoltre propensione «a investire in migliorie parziali dell’attuale punto vendita, piuttosto che in ristrutturazioni totali e in nuove aperture.

Nel focus sul meals retail emerge che i clienti si aspettano dalla Mdd (marchio del distributore) in primis un alto rapporto qualità-prezzo, ma allo stesso tempo un prezzo più conveniente, prezzi contro l’inflazione e garanzia di controllo qualità.

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