La Commissione Ue prende atto della situazione di crisi in cui versa il settore del vino europeo e vara un robusto pacchetto di misure (temporanee) per sostenere i produttori.
La principale novità è la reintroduzione della misura della distillazione di crisi. Che negli anni scorsi non period stata del tutto cancellata ma poteva essere effettuata solo dietro una specifica autorizzazione di Bruxelles dietro dettagliata domanda del singolo stato membro. Adesso invece la misura viene ufficialmente reintrodotta nel quadro normativo Ue e poi i singoli Paesi dovranno indicare le modalità con le quali applicarla.

In seconda battuta l’altro criterio guida del pacchetto Ue è quello dell’ampia flessibilità che viene concessa agli stati membri nell’utilizzo delle risorse destinate a ogni stato nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del vino (l’Italia riceve circa 300 milioni di euro l’anno ndr).
I singoli stati membri potranno ora spostare poste di bilancio da una misura all’altra attraverso una semplice comunicazione.

Infine, ma non meno rilevante, Bruxelles ha previsto al wonderful di rendere più incisive le misure, l’innalzamento della quota di cofinanziamento comunitario di interventi come la vendemmia verde (la distruzione totale o l’eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, ndr), gli investimenti in cantina e, soprattutto, la promozione sui mercati esteri dal precedente 50 al 60%.

«Il settore del vino – si legge nella nota della Commissione Ue – è colpito dalla riduzione dei consumi a causa dell’attuale inflazione sui prezzi di alimenti e bevande, che in associazione con un buon raccolto 2022 e le conseguenti conseguenze delle difficoltà di mercato durante la pandemia hanno portato advert un accumulo di scorte. La produzione di vino dell’Ue è aumentata quest’anno del 4% rispetto all’anno precedente, mentre le scorte iniziali erano superiori del 2% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. I cali dei consumi di vino per la campagna in corso sono stimati al 7% in Italia, al 10% in Spagna, al 15% in Francia, al 22% in Germania e al 34% in Portogallo. Parallelamente, le esportazioni di vino dell’UE per il periodo gennaio-aprile 2023 (con esclusione di quelle dell’Italia che invece sono aumentate) sono state inferiori dell’8,5% rispetto all’anno precedente, contribuendo advert aumentare ulteriormente le scorte».

Questo contesto di mercato si sta traducendo in difficoltà di vendita per i produttori di vino Ue con conseguente riduzione dei prezzi di mercato e perdita di reddito. «Lo squilibrio tra domanda e offerta – aggiungono a Bruxelles – è piuttosto concentrato in alcune regioni e su alcuni vini. I più colpiti sono i vini rossi e rosati di Francia, Spagna e Portogallo, ma anche altre aree produttive potrebbero presto entrare in difficoltà. Ora il varo di queste misure perché period necessario evitare che il vino invenduto gravasse sull’intero mercato interno».

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